Amici sportivi, oggi voglio parlarvi di una questione che ci tocca da vicino. Una questione che, in un modo o nell’altro, riguarda il futuro del nostro amato calcio italiano: la divisione tra Nord e Sud. Recentemente, la FIGC ha deciso di concentrarsi esclusivamente su giocatori del Nord per la Nazionale Under 15. Ma ci chiediamo: è davvero una mossa che favorisce lo sviluppo del calcio nel nostro Paese?
Se ci fermiamo a riflettere, la divisione tra Nord e Sud non è solo una questione sportiva, ma una realtà socio-economica che ci accompagna da decenni. Le squadre del Nord, da sempre avvantaggiate da investimenti e strutture moderne, hanno creato un divario significativo con le realtà meridionali. Eppure, il tifo del Sud è tra i più appassionati e calorosi d’Italia! Pensate a club storici come il Napoli, il Palermo o il Bari. Nonostante le difficoltà, i loro tifosi riempiono gli stadi, dimostrando una passione che è difficile da eguagliare.
Ma veniamo ai fatti recenti. La nuova Nazionale Under 15 ha preso ufficialmente il via a Novarello, con il selezionatore Enrico Battisti che ha convocato ben 44 giovani talenti. Mentre l’entusiasmo per il futuro è palpabile, ci sono diverse domande che sorge spontanea. Stiamo davvero perdendo di vista il potenziale umano e calcistico del Sud? Anche se il Napoli ha trionfato lo scorso anno, ci sono molti altri club meridionali come Lecce, Catania e Reggina che stanno cercando di emergere. Ma senza il supporto necessario, come possono sperare di competere?
Il percorso di questa nuova Nazionale è interessante: già il 23 ottobre si svolgerà il raduno a Catanzaro per la selezione del Sud e poi il 30 ottobre a Coverciano per il Centro-Nord. Ma non posso fare a meno di notare che, se non si investe nel calcio del Sud, rischiamo di perdere una parte fondamentale della nostra cultura calcistica. Non sarebbe ora di dare a questi ragazzi l’opportunità di brillare?
E qui entra in gioco la questione delle infrastrutture. Mentre le squadre del Nord possono contare su impianti moderni e risorse adeguate, il Sud continua a far fronte a strutture datate e limitate. È un vero peccato, perché il potenziale è enorme: non solo in termini di talenti, ma anche di passione e identità. Se il calcio italiano vuole tornare a essere competitivo a livello internazionale, dobbiamo colmare questo divario!
In conclusione, l’avvio di questo nuovo ciclo azzurro è senza dubbio un passo importante, ma dobbiamo assicurarci che il talento del Sud non venga dimenticato. Investire nel calcio meridionale non solo restituirebbe equilibrio a un movimento calcistico in crisi, ma darebbe anche una chance a giovani talenti. Questi giovani meritano di essere visti e valorizzati. A voi, cosa ne pensate? È giunto il momento di unire le forze e lavorare per un futuro calcistico più equo in Italia? Fatemi sapere nei commenti!